Vantaggi e limiti della Vita Indipendente

Benché in Italia questa forma di assistenza sia relativamente nuova (è stata introdotta nel 1989, mentre due anni più tardi nasce ENIL Italia), in realtà nasce in America alla fine degli anni Sessanta, quando i movimenti di contestazioni giovanili portarono anche i disabili a una nuova presa di coscienza sui propri diritti. Nasce allora un’idea abbastanza semplice: che l’assistenza possa essere gestita dallo stesso disabile, senza altri intermediari (come, ad esempio, cliniche specializzate).
Negli anni anche nel nostro paese si è formato un vasto movimento, e servizi di Vita Indipendente sono diffusi in molte zone d’Italia, in modo più o meno completo. Uno dei vantaggi di questa forma di assistenza è che va proprio in direzione della deistituzionalizzazione, necessità, questa, nata anche in virtù di argomentazioni squisitamente economiche.

Attualmente infatti, rispetto ad altre forme di assistenza, la Vita Indipendente sembra essere la più economica, dal momento che vengono eliminati i costi di gestione che ci sarebbero inevitabilmente se il disabile fosse inserito in una struttura protetta: dal momento che questo vive nella propria abitazione, non ci sono costi di gestione, e l’intero contributo statale viene usato per l’assistenza.

Un’obiezione abbastanza ovvia è che non tutti i disabili sono in grado di vivere per conto proprio, per questo c’è bisogno di istituti specializzati. Tuttavia questo è vero solo relativamente.

Uno dei presupposti della Vita Indipendente è la capacità di autodeterminazione, e questo è un motivo per cui, nella sua forma “diretta”, essa si rivolge ai maggiorenni, ovvero a coloro che possono usufruire totalmente dei loro diritti. Questo, in teoria, escluderebbe una larga fetta della popolazione, che magari necessita di una qualche tutela.

In effetti i principali fruitori di questa forma di assistenza sono persone con gravissimi problemi motori, tali da necessitare l’ausilio di una carrozzina.

Tuttavia, almeno la legge abruzzese, apre la possibilità di usufruire di tale servizio anche ai soggetti con lievi difficoltà relazionali, e che per questo necessitano di un tutor. Il motivo è che le difficoltà relazionali rendono, appunto, difficili le relazioni interpersonali, ma non sono un ostacolo alla comprensione dei propri diritti e doveri, quindi alla propria autodeterminazione.

In caso di problemi mentali gravi anche la legge abruzzese esclude il ricorso a questo tipo di assistenza.

 

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