In Sardegna l’intera area delle politiche sociali viene gestita attraverso la L.R. 23/2005, altrimenti detta Piano Unitario delle Politiche Sociali (PLUS), “volto a promuovere il libero sviluppo della persona umana e la sua partecipazione sociale, culturale, politica ed economica alla vita della comunità locale” (art.1, comma 1), ripartendo le funzioni tra regione, provincia e comune. Questa è una sorta di “piattaforma sociale” sulla quale poter innestare i diversi progetti di vita indipendente gestiti a livello provinciale e comunale in forma sperimentale.
In questo la regione si dimostra piuttosto attiva:
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dal 2013 finanzia un programma sperimentale per la realizzazione di specifici progetti di vita indipendente con parte delle risorse del Fondo nazionale per la non autosufficienza e prevedendo il cofinanziamento regionale. La Regione Sardegna ha aderito da tempo con progetti di Ambiti Plus, passati da due del 2013, a cinque nel 2014, a sei nel 2015, fino ai sette ambiti dello scorso anno [2016]. Gli interventi finanziati vanno dall’ “Abitare assistito”, con l’inserimento nei gruppi famiglia di 15 persone con disabilità, agli inserimenti lavorativi, che hanno coinvolto 32 persone con disabilità, agli interventi immediati a favore di 10 persone.
Nel 2017 il comune di Nuoro, entra capofila PLUS, ha pubblicato un avviso per l’apertura dei termini per la presentazione delle domande per progetti di vita indipendente, rivolte a persone con svantaggi psichici o fisici in condizione di bisogno in esito a valutazione socio – sanitaria. I parametri per concedere i progetti sono: età compresa tra 18 e 64 anni, certificazione attestante la situazione di handicap secondo l’articolo 3 della legge 104/92, certificato attestante la situazione di disagio fisico, abitativo o ambientale. Il limite dell’ISEE è di 5.000 euro annui.
Il comune di Cagliari dà attuazione alla legge attraverso piani di sostegno che si richiamano direttamente alla legge 162/98 (che, si ricordi, amplia gli effetti della 104/92).
I piani consistono in interventi e azioni personalizzate di aiuto e sostegno alla persona con disabilità grave e alla sua famiglia. […] Questa tipologia di servizio è rivolta a persone (minori, giovani, adulti e anziani), la cui disabilità rientri nell’art.3 comma 3° L.104/92 e certificata dai competenti organi sanitari.
Questi ha una serie di servizi che differisce da quelli del comune di Nuovo: integrazione scolastica e sociale, o assistenza educativa domiciliare. Inoltre il comune di Cagliari, attraverso il servizio di assistenza domiciliare, fa anche riferimento alla legge 328/2000.
Il comune di Sassari ha i suoi servizi in attuazione del PLUS: oltre i Piani personalizzati ha, anch’esso, un servizio di assistenza domiciliare, un servizio di assistenza scolastica, un servizio di trasporto disabili e un programma di superamento delle barriere architettoniche.
Infine, il Plus Ogliastra, di cui il comune di Tortolì è ente capofila, realizza progetti personalizzati destinati a persone con disabilità per garantire loro il diritto ad una vita indipendente, al fine di favorire il raggiungimento della vita autonoma, autodeterminata.
Dal punto di vista operativo di ci avvale dell’opera “di professionisti ed operatori sociali appartenenti ad enti pubblici ed ai soggetti privati che partecipano alla realizzazione del sistema integrato, in raccordo e su proposta di aziende sanitarie locali e comuni”, la cui formazione è a carico della regione (articolo 8, comma 2, capoverso i)
Insomma, in Sardegna la situazione è complessa, e forse per alcuni versi la gestione di tale modalità di assistenza è simile a quella del Trentino Alto Adige (fatte le debite differenze ovviamente).