Linea d’intervento 2 – Lavoro

Oggetto di questa linea d’intervento (capitolo 4) è il lavoro.

Il lavoro rappresenta un elemento essenziale dell’inclusione sociale. La legislazione italiana con la legge n. 68/99 ha introdotto la metodologia del collocamento mirato che inserisce la persona giusta al posto di lavoro appropriato, sostenendola con adeguati incentivi e facilitazioni.

Dopo questa premessa, si passa a una veloce ricognizione del mercato del lavoro (focalizzandosi sul rapporto tra iscritti alle liste di collocamento speciale e reali assunzioni) sia nel settore pubblico che privato, non dimenticando neanche la situazione delle donne in situazione di disabilità, oggetto anche qui di discriminazione di genere. La conclusione di questa analisi è impietosa: ” Il trend delle assunzioni [non solo di donne ovviamente] risulta pesantemente diminuito: da 28.306 avviamenti registrati nel 2008, agli inizi della crisi occupazionale, ai 22.023 del 2011 (- 22,2%)”.

Le direttive di azione son due: modifiche legislative e perseguimento di politiche attive.

Per quanto riguarda le modifiche legislative le azioni da intraprendere sono: 1) rifinanziamento del fondo nazionale per la legge 69/99, 2) raccordo delle norme sul collocamento mirato con quelle sulla tutela dalle discriminazioni e di pianificazione delle opportunità, 3) verifica dello stato di attuazione dell’articolo 9 D.L. 138/2011 (” Collocamento obbligatorio e regime delle compensazioni”), 4) elaborazione di una legislazione che riguardi i lavoratori colpiti da sindromi invalidanti, 5) definizione per legge del part – time per i lavori in situazione di handicap grave, 6) aggiornamento della legislazione che lega le situazioni di crisi aziendali al rispetto delle quote di assunzione, 7) Aggiornamento della normativa sugli esoneri, 8) Miglioramento delle clausole di responsabilità d’impresa, 9) ridefinizione della competenza sul certificato di ottemperanza.

In quanto alle strategie da perseguire, ne sono state individuate 13: 1) Ridefinizione dei criteri di distribuzione regionale dei fondi nazionali, 2) remdere omogenei, a livello provinciale, i servizi di accesso al lavoro, attraverso l’istituzione di un team che definisca i livelli essenziali del servizio, 3) informatizzare i dati disponibili relativi al collocamento mirato, 4) rafforzare la capacità degli uffici di collocamento di promuovere politiche attive, 5) affrontare il tema delle donne con disabilità, 6) incentivazione alle aziende per l’assunzione di laureati con disabilità 7) sviluppare forme di auto impiego, 8) raccordare le politiche attive del lavoro alla formazione professionale, 9) istituire un centro nazionale di informazione, consulenza e sostegno lavorativo, 10) coordinare le politiche nazionali con la strategia europea di integrazione (che al punto 4 prevede l’inclusione lavorativa), 11) inserire l’INAIL nella rete del collocamento mirato, 12) prevedere nelle grandi aziende un’unità tecnica che si occupi dei lavoratori con disabilità attraverso progetti personalizzati, 13) professionalizzare le associazioni per il ruolo di intermediazione al lavoro.

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